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venerdì 29 novembre 2013

Muay thai: i falsi miti sulle ossa



I praticanti e gli appassionati di arti marziali sanno quanto ossa forti e resistenti possano fare la differenza, avere delle ossa d'acciaio può cambiare il volto del match.
Ma molti sono i falsi miti in circolazione, non è certo rompendosi le mani imitando i maestri di karate che spaccano le mattonelle una sull'altra che si riesce a diventare dei grandi campioni, anzi si può ottenere l'effetto contrario!
Tanto meno cercando di fratturarsi sperando che la calcificazione faccia miracoli.

Per chi non lo sapesse, fondamentale negli arti inferiori è la tibia, il secondo osso più lungo del corpo umano dopo il femore, anche più lungo dell'omero a differenza di quanto molti credano. E' più robusto ed evidentemente più utile negli incontri del suo "gemello" perone perché direttamente coinvolto quando si tira un calcio.
Seppur in televisione potreste aver visto i maestri di karate o kung fu che si allenano distruggendo mattonelle e lastre di materiali molto resistenti, non è con questi esercizi che riuscirete ad avere ossa d'acciaio.
Ben presto vi accorgerete che non è la durezza a fare la differenza a livello osseo, ma la compattezza, e che non è la sola compattezza a rendervi forti, bisogna avere anche un'alta soglia di resistenza al dolore e disporre di grande tecnica. Essere forti nelle discipline corpo a corpo richiede un mix di abilità fisiche e mentali. Freddezza e tecnica sono molto importanti. Ma in questo post ci soffermeremo sulle ossa ed i suoi falsi miti.

Durezza? In realtà è la compattezza a fare la differenza
Fondamentale per diventare dei campioni è rinforzare le ossa, ma non lo si fa lacerando la zona o traumatizzandola fratturandosi di continuo, ma con sforzi duri e costanti.
Un po' come per l'atleta che vuol mettere massa: il fisico ripaga di più chi fa palestra 3 o 4 volte la settimana senza sfinirsi che chi fa sforzi sino allo sfinimento ma solo 1 o 2 volte a settimana.
Fare esercizio appena 2 volte alla settimana perché si è sfiniti non vi fa fare progressi.
Uno dei segreti per avere ossa che spaccano è averle molto compatte, non dure.
Quando infatti ci fratturiamo l'osso e si ricalcifica non diventa più duro, ma più compatto.
Il corpo è in grado di produrre sempre e solo lo stesso tipo di tessuto osseo, non riesce a formare dal nulla un tessuto osseo di qualità superiore.
A livello strutturale sono il reticolo interno dell'osso e la sua disposizione a definirne la compattezza, non l'ispessimento dell'area.
Il corpo umano è abituato a rispondere alle sollecitazioni a cui lo sottoponiamo, per questo più sottoponiamo a sforzi e colpi una zona più diventa allenata e resistente.
Quindi non solo a livello muscolare, ma anche osseo, ricordatevelo bene.
Non è chi ha le ossa calcificate ad avere ossa più dure delle altre persone; si tratta sempre di tessuto osseo, piuttosto è la maggior compattezza acquisita che fa la differenza.

Calcificazione: facciamo un po' di chiarezza
I grandi maestri orientali rivelano di essere diventati così forti grazie alle continue calcificazioni e ispessimenti delle ossa.
Ma il rafforzamento e i risultati che otterrete dipendono anche dalla fragilità delle vostre ossa e come queste ossa vengono sollecitate!
Non vi mettete a torturarvi perché rischiate solo di rovinarvi irreparabilmente il fisco, un conto è irrobustirsi facendo esercizio serio in palestra, un conto rompersi le ossa calciando le pareti!
Specialmente poi se siete adulti ed avete un fisico già formato, i bambini e i ragazzini hanno ossa prettamente cartilaginee quindi sono un po' più avvantaggiati, ma per gli adulti il discorso è differente.
Le ossa sono sistemi attivi, non passivi come molti credono, allenandosi e sforzandosi giorno per giorno otterrete benefici anche a livello osseo oltre che muscolare.
Senza strafare o ammazzarsi.
I tessuti ossei reagiscono a stimolazioni costanti e relativamente deboli piuttosto che a stimolazioni molto forti ma poco costanti. Inutile finire in ospedale ed ingessarsi per un mese perché è molto più proficuo fare esercizio costante durante il mese anche se di entità più lieve.

Ma ciò che più fa la differenza è la sensibilità
Avete presente quando si parla della famosa "pelle dura" che si forma a causa delle continue percosse subite?
Non è che la pelle sia diventata più dura, lo vedete sul vostro stesso corpo che toccandovi non è cambiato un accidenti a livello di consistenza, ma è principalmente la soglia di sopportazione del dolore ad essere mutata. Ovvero i nostri organi sensoriali si sono abituati a subire il dolore e tendono a rispondere alle sollecitazioni meno che in precedenza.
La cosa più importante è proprio la desensibilizzazione, perché, geneticamente parlando, le ossa da uomo a uomo non sono poi così diverse. Tutti abbiamo ossa dure, solo che c'è chi sopporta meglio il dolore e chi non ci riesce proprio.
Un esempio che meglio può chiarire la questione è quando si è arrabbiati: da arrabbiati i nostri nervi percepiscono di meno il dolore, quindi riusciamo a resistere di più ai colpi ed a infliggerne anche su superfici dure senza sentire il male che sentiremmo in condizioni normali. Da rilassati invece siamo apparentemente più fragili. Però a livello molecolare non è cambiato proprio nulla se non la percezione del tessuto nervoso.
Facendo un discorso analogo per le mani, se riescono a colpire le mattonelle e spaccarle, non è tanto perché a livello osseo non ne siano in grado gli esseri umani come specie, ma perché sentiamo troppo dolore.

Fondamentale è ovviamente la tecnica, la sola massa muscolare non vi rende dei campioni
Sapere dove colpire, saper parare e avere la freddezza giusta è molto importante. Chi sa come sfruttare la propria forza può battere anche dei bestioni apparentemente molto più forti.
Questo è un blog sulla Thailandia in generale e non solo sulla thai boxe, quindi chissà quanti dei lettori stando in Thailandia avranno visto dei thai, piccoli piccoli rispetto agli occidentali, fare a pezzi dei bestioni americani perché erano più agili e sapevano sfruttare meglio la propria forza.
La forza è denominata dall'equazione F = m*a, dove F è la forza, "m" la massa (quello che erroneamente chiamiamo "peso") e "a" l'accelerazione, quindi capirete che pur non avendo massa a sufficienza potrete compensare con l'accelerazione sferrando colpi altrettanto potenti.
Ed ovviamente il saper come e dove colpire.
Un conto è dare un calcio a casaccio, un conto avere la capacità e l'elasticità di dare calci quanto più in alto possibile e con quanta più forza e precisione possibile. Analogo discorso per i pugni, c'è chi tira i pugni sfruttando i soli bicipiti e tenendo rigido il resto del corpo, ma è l'intera parte superiore del corpo che deve accompagnare il movimento per dare la giusta forza al colpo.
Tanto per le mattonelle quanto negli scontri bisogna sapere come e dove colpire.

In definitiva...
Non credete che siano le tibie spesse o grosse a fare la differenza. Se i thai picchiano così duro è perché sono allenati sin da piccoli. Nei vivai dell'Isan, la regione del nord-est, i ragazzini si "ammazzano" fin da piccoli per diventare dei campioni ed uscire dalla fame (ricordiamo che è anche l'area più povera e che meno sta risentendo della crescita del benessere (seppur contenuta) del Paese). In questa zona la gente vive davvero la povertà e stenta a sopravvivere, a differenza di aree più sviluppate come la provincia di Bangkok e la maggior parte delle altre province, per loro la thai boxe, oltre a essere una passione e lo sport nazionale, può diventare questione di "vita o di morte".
Crescere facendo duro allenamento sin da piccoli e rinforzare le proprie tibie quando il corpo non è ancora formato fa davvero la differenza. I thai sul ring sono davvero dei mostri, con una tecnica strabiliante ed una resistenza che vi lascerà sbalorditi, come se fossero per certi versi insensibili al dolore.



























Foto 1 di David Maiolo, 2 di patrick siemer from san francisco, usa